IMPORTANTE

Qualunque sia la vostra opinione personale, o le vostre decisioni in merito alla pratica medica della VACCINAZIONE, siete comunque responsabili della scelta che operate, pertanto avete il diritto-dovere di INFORMARVI.



METTENDO IN PRATICA CIÓ CHE HAI IMPARATO VIVRAI IN BUONA SALUTE

Affinché un vaccino sia efficace, è importante che mantenga la composizione antigenica (cioè le proteine e i polisaccaridi) del patogeno corrispondente e che al contempo sia privo di tutte le caratteristiche che gli consentivano di essere patogeno e quindi di rappresentare un rischio per la salute della persona.

VACCINI OMEOPATICI (Seconda parte)



VACCINI OMEOPATICI
Storia e validitá
(Seconda parte)



L’omeopatia agisce rafforzando il sistema immunitario aspecifico o innato ed è mediante quest’azione di rinforzo che i rimedi omeopatici agiscono nel dare protezione alle malattie infettive. Non producono un più alto livello anticorpale, ma stimolano le difese aspecifiche dell’organismo (1).
A questo proposito, esistono, nella letteratura scientifica, alcuni studi che, se ancora lontani dal descrivere esattamente il meccanismo d’azione dei rimedi omeopatici, sono però abbastanza incoraggianti. Una delle difficoltà, nei vari modelli sperimentali in vitro e negli animali, è riuscire a tenere conto della legge di similitudine, che è un elemento fondante dell’omeopatia.  
Nonostante ciò, sono stati condotti esperimenti e si sono saggiate soluzioni ultra-diluite di rimedi omeopatici che, in modi diversi, hanno manifestato di agire sulle cellule dell’infiammazione e quindi dell’immunità aspecifica, come i macrofagi, i granulociti, i fibroblasti e i linfociti. Una review di queste ricerche, insieme con osservazioni originali, è contenuta in alcuni studi di Paolo Bellavite (2) che da anni studia gli effetti delle ultra-diluizioni in vitro e negli animali.

Quando nei libri di medicina si parla di “immunità” nei confronti di una certa malattia infettiva, ci si riferisce solitamente alla presenza di anticorpi specifici per quella malattia. Si distingue un’immunità naturale attiva, quando si hanno sufficienti anticorpi dopo aver contratto una malattia ed esserne guariti. L’immunità naturale è passiva quando gli anticorpi passano dalla madre al figlio in gravidanza, per via transplacentare, oppure con l’allattamento. E questa è una ragione in più per consigliare vivamente l’allattamento al seno.
Esiste poi un’immunità artificiale ed è quella che si ottiene con i vaccini, così come sono concepiti dalla medicina convenzionale, e con la sieroprofilassi. Mentre la sieroprofilassi, come quella che si pratica nel prevenire il tetano, dà un’immunità in tempi rapidi ma solo temporanea, di solo qualche settimana, l’immunità dei vaccini, perché si realizzi, richiede da due a sei mesi e dovrebbe essere permanente, cioè durare tutta la vita.

La realtà delle cose purtroppo non è così. Ad esempio, sembra che il vaccino contro la pertosse fornisca una protezione minima nei confronti della malattia. Nel 20143 in California si è assistito a un’epidemia che ha colpito i bambini di una vasta area geografica, dove il tasso di vaccinazione è del 95%. La protezione sarebbe minima anche esponendo i bambini a richiami ripetuti. Il Centro statunitense per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), raccomanda la vaccinazione ai bambini contro la pertosse prima di entrare all’asilo (5 iniezioni), e dopo un altro richiamo supplementare nel settimo anno di frequenza. Questi dati fanno riflettere. Perché se già l’idea di un vaccino può essere poco accettabile in ragione dei rischi, sicuramente non è accettabile correre questi rischi e non avere, come contropartita, una protezione permanente ed efficace verso quella malattia. Non esistendo una copertura permanente, a vita, c’è anche il rischio di essere contagiati in età adulta quando le complicanze di malattie, spesso innocue in età infantile, possono essere più gravi. Come accade per il morbillo, la rosolia o la parotite.

La risposta immunitaria ai vaccini, cioè la capacità di produrre anticorpi, può dipendere da più fattori, in parte legati al vaccino e in parte all’ospite. In passato, più volte è capitato che alcuni vaccini siano stati ritirati dal commercio perché non in grado di conferire un’immunizzazione efficace e adeguata. Un caso (4) è quello di un vaccino esavalente, l’Hexavac, prodotto dalla casa farmaceutica Sanofi Pasteur. Il 17 novembre 2005 la Commissione europea ha sospeso l’autorizzazione all’immissione in commercio, su raccomandazione del comitato dell’Agenzia per i medicinali per uso umano (CHMP), a causa del sospetto d’inefficacia nell’indurre protezione a breve e lungo termine nei confronti dell’epatite, mentre l’11 aprile 2012 Sanofi Pasteur MSD ha volontariamente ritirato l’autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino Hexavac. Nel caso di questo vaccino, si contestava l’inefficacia nel produrre immunità contro l’Epatite B.
Oltre ad un difetto di progettazione e di preparazione, il vaccino può non essere efficace perché non è ben conservato ed è interrotta la “catena del freddo”.
Un difetto d’immunizzazione può dipendere anche dall’ospite, ci sono infatti i cosiddetti “non-responder”. Questi sono soggetti non in grado di produrre un titolo di anticorpi sufficientemente alto da proteggerli dall’infezione. Sempre nel caso del vaccino anti-Epatite B, si è visto che la probabilità di essere un “non-responder” aumenta dopo i 25 anni d’età e/o se vi sono alcuni fattori associati, come età, obesità, malattie croniche e fattori genetici (molecole HLA). In questi casi, si consiglia di fare altre tre inoculazioni di richiamo, ma non sempre questa pratica è seguita dall’immunizzazione.

In ogni caso, quando la risposta immunitaria al vaccino anti-Epatite B c’è, questa dura fino ai cinque anni, sebbene già dopo uno o due anni il titolo anticorpale scenda (5). Anche per altri vaccini, si è visto che il titolo anticorpale tende a diminuire.
Si dice che il poliovirus del vaccino abbia un’attività immunitaria sovrapponibile a quella del virus selvaggio, tuttavia numerosi studi epidemiologici rivelano livelli bassi o indosabili di anticorpi tra gli adolescenti.
Si dice che la protezione conferita dai vaccini anti-morbillo, anti-rosolia e anti-parotite sarebbe duratura. Purtroppo la mia esperienza mi dice che non sempre è vero. Alcuni miei piccoli pazienti autistici hanno fatto il dosaggio per gli anticorpi contro il morbillo e questi anticorpi avevano un titolo bassissimo, incapace di alcuna protezione.
Per concludere, potremmo dire che i vaccini convenzionali hanno molti punti di debolezza:
– espongono a gravi rischi sia nel breve che nel lungo termine: sono farmaci a tutti gli effetti e farmaci “pesanti” per la presenza, al loro interno, di molte sostanze tossiche;
non danno una copertura “permanente”, che duri cioè tutta la vita: il rischio di ammalarci in età adulta, con il rischio di complicanze gravi, è reale;
– spesso i vaccini non danno neppure un’immunità nell’età infantile a meno che non si attui una serie di richiami ravvicinati, come dimostra l’esperienza americana.
– Mettono in squilibrio il sistema immunitario riducendo le possibilità di una difesa naturale dalle malattie. Più fonti confermano che i bambini non vaccinati, in assoluto, si ammalano meno dei bambini vaccinati.
Non esistono studi sugli effetti a lungo termine dei vaccini e quindi anche la scienza ufficiale ignora le conseguenze dopo venti, trent’anni.
– I vaccini determinano una selezione naturale di certi ceppi virali o batterici, che da innocui o scarsamente patogeni, stanno diventando i protagonisti negativi di nuove e pericolose malattie, come sarà discusso in un altro capitolo. Terza parte




DANNI DA METALLI PESANTI



I DANNI CAUSATI DAI METALLI PESANTI
 

Mentre l’arca di Noè ha iniziato ad affondare, solo pochi sembrano capire quanto costi il peso dell’inquinamento. Nell’anno 2025 la metà di tutti gli animali superiori e un terzo di tutte le specie di piante saranno morti. Alci, lupi, tigri, elefanti, foche,castori,aquile, gufi, cicogne, cornacchie ecc. si trovano già nel reparto di cure intensive e la loro sepoltura è vicina. «Il pesce è salute», affermano i cardiologi da anni, e pensano ai pregiati acidi lipoici o- mega 3 contenuti nell’olio di pesce. Se poi il pesce viene dal mar Baltico la sua utilità per la salute è dubbia. I pesci grassi del Baltico, come aringhe e salmoni, contengono alte quantità di diossine e di dibenzofurano. Non solo siamo sommersi dai veleni, ma siamo anche soggetti a carenza di oligoelementi.

METALLI PESANTI TOSSICI

Anche gli avvelenamenti cronici possono modificare la situazione psichica (per esempio il cambiamento di carattere dell’alcoolizzato). Non solo l’alcool, ma anche altre tossine possono influenzare la psiche in modo persistente. È generalmente risaputo che intossicazioni croniche di metalli pesanti possono provocare gravi disturbi psichici. Finora per non era noto che queste alterazioni psichiche fossero da attribuire anche a danni sub- sintomatici (depressione, alta labilità emozionale, alto potenziale aggressivo, disturbi del sonno) causati da metalli pesanti tossici. Le alterazioni psichiche di un’intossicazione cronica da mercurio (vaccini) sono conosciute e si possono leggere in ogni testo di tossicologia: eccessiva irritabilità, insufficienza di concentrazione, disartria e depressioni sono le più frequenti. Un’intossicazione da mercurio impedisce la difesa immunitaria contro le malattie. Il mercurio, contenuto nell’amalgama delle otturazioni dentarie agisce in modo dannoso sul sistema immunitario, il quale subisce una riduzione delle funzioni di difesa dalle malattie e di difesa dalla carcinogenesi. La gravità del danno psichico corrisponde alla gravità del danno da metalli pesanti. Ma anche i risultati terapeutici indicano in modo inconfondibile che il deposito di metalli pesanti nel sistema nervoso centrale e non la carenza di zinco è responsabile della variazione del comportamento psichico.

DISINTOSSICAZIONE

Terapie arricchite con i seguenti farmaci hanno portato notevoli miglioramenti: Galium-Heel, Hepeel, Psorinoheel, Lymphomyosot, Ubichinon compositum, Coenzyme compositum, Echinacea compositum, Acidum L lacticum Injeel, Vit. B12 Injeel.
Si raggiunge così una rigenerazione delle funzioni cellulari disturbate e inibite. Nel momento di massima escrezione si ottiene anche il risanamento psichico.
Danni del fegato
Secondo una osservazione superficiale i veleni ambientali colpiscono un solo sistema organico.
Per esempio, risultano tossici per il fegato: l’alcool, gli idrocarburi clorurati, i tetracloruri di carbonio(solventiperi grassi), il naftalene (industria elettrica), il nitrobenzolo (industria dei coloranti).
Tuttavia anche i processi di regolazione dell’intero organismo ne risentono. Nel fegato le intossicazioni portano a un’insufficienza cellulare epatica funzionale, e se i disturbi funzionali sono gravi, si possono verificare alterazioni morfologiche.
Per la rigenerazione e la stimolazione del fegato servono i seguenti preparati:
Hepeel (compr. e fiale)
Arnica comp. (compr. e fiale)
Lycopodium comp.(fiale)
Coenzyme comp. (fiale)
Ubichinon comp. (fiale)
Hepatitis-Nosode-Injeel (fiale)
Lycopodium-Injeel (fiale)


ACIDOSI E ALCALOSI

Come esempio ricordiamo l’alcalosi e l’acidosi. Il corpo tende sempre a secernere gli acidi, mantenendo quindi un equilibrio acido-basico. Se il pH del sangue si sposta in ambiente acido, gli eritrociti perdono la capacità di cambiare la loro morfologia, una qualità necessaria per il passaggio negli stretti capillari dell’alveo terminale. Le acidosi quindi causano disturbi della microcircolazione che portano a carenza di ossigeno: il sistema si ammala. Non solo la zona dei capillari, ma anche i reni si ammalano in condizioni di acidità: per esempio non riescono più ad espellere acido urico in sufficiente quantità. Perció l’acido urico in eccesso si ferma nel tessuto connettivo: la persona si ammala di gotta.

TUTTO DIPENDE DA UN INTESTINO SANO

Tutte le sostanze, e quindi anche tutti i veleni che vengono ingeriti oralmente, devono superare la barriera intestinale prima di arrivare al corpo. La mucosa intestinale e la flora intestinale simbiotica stanno per così dire in prima linea nella difesa immunitaria generale. Perció ogni malattia si puó, entro certi limiti, evitare, se si risana la barriera intestinale, si normalizza la composizione della flora intestinale e così facendo si rafforza il sistema immunitario generale. Le sostanze riassorbite, dopo la barriera intestinale, devono superare un altro ostacolo prima di raggiungere la cellula: il tratto tra l’endotelio vasale e la membrana cellulare. Il valore del pH che qui domina determina la velocità con cui le sostanze vengono trasportate. In questa zona sono presenti i linfociti per neutralizzare le tossine con la formazione di anticorpi e gli immunocomplessi che vengono assorbiti dai fagociti e disgregati.



VACCINI OMEOPATICI (Prima parte)




 VACCINI OMEOPATICI
Storia e validità
(Prima parte)


Esistono alternative efficaci ai vaccini, e senza i rischi di reazioni avverse delle vaccinazioni “classiche”?

In questo articolo della dottoressa Emma Pistelli, Medico Omeopata, pubblicato sul sito di ASsis, andiamo alla scoperta dell’omeoprofilassi e dei vaccini omeopatici.
L’omeoprofilassi, anche detta profilassi omeopatica, può definirsi come l’impiego di rimedi omeopatici, opportunamente diluiti e dinamizzati, per prevenire la diffusione delle malattie infettive.
Nei libri di medicina, la malattia infettiva è l’insieme di sintomi e lesioni patologiche che si determinano a causa di un agente infettante esterno, virus o batterio, che si è reso capace di penetrare all’interno di un organismo e di moltiplicarsi, provocando alterazioni tali da compromettere lo stato di salute. Le malattie infettive si trasmettono da un individuo malato a un individuo sano, mediante il contagio, cioè un contatto che può essere diretto o mediato da un veicolo, come l’acqua, l’aria o il cibo.
Tuttavia la malattia infettiva non è la conseguenza automatica di ogni esposizione all’agente infettivo, ma dipende anche dalla capacità di difesa e di reazione dell’organismo oggetto del contagio. Nel determinare la malattia entrano in gioco due ordini di fattori, che interagiscono tra loro: la patogenicità e la virulenza dell’agente infettante da una parte e il grado di resistenza dell’individuo ospite. Le specie microbiche o virali, che abbiano sviluppato strategie di adattamento atte a parassitare e a infettare un determinato ospite, sono dette patogene. Ad esempio, il Vibrio cholerae è patogeno per l’uomo mentre altri microrganismi lo sono per altre specie.
All’interno di una specie di microrganismi patogeni, si riconoscono ceppi più o meno virulenti. La virulenza misura la forza di provocare un danno. Per ogni agente infettante si riconoscono vari fattori di virulenza, cioè meccanismi in grado di assicurare loro la penetrazione e la moltiplicazione all’interno dell’organismo. Sono fattori che impediscono ai microrganismi di essere allontanati meccanicamente dalla detersione fisiologica delle mucose e della cute oppure che riducono la fagocitosi dell’ospite, producendo proteine sulla membrana cellulare oppure costruendo un guscio di polisaccaridi. In altri casi secernono enzimi come la coagulasi o la jaluronidasi, che ne permettono la diffusione nei tessuti dell’ospite. Un altro elemento da considerare è che non tutti gli agenti infettanti sono in grado di danneggiare tutti i tessuti, ma manifestano una sorta di tropismo particolare, come accade per lo Streptoccoccus mutans che attacca i denti, ma non danneggia la lingua.

L’altro attore, nella determinazione della malattia, è costituito dalla capacità di difesa dell’ospite, cioè dal suo sistema immunitario. Nel sistema immunitario si riconoscono due componenti: il sistema immunitario innato o non specifico, che costituisce la prima linea di difesa dell’organismo, e il sistema immunitario adattativo o specifico, che rappresenta invece la seconda linea difensiva. In entrambe le componenti intervengono meccanismi di difesa umorali e cellulari. Inoltre, ogni componente interagisce con l’altra.
Per dare un’immagine, potremmo dire che il sistema immunitario aspecifico o innato funziona come i fossati e le mura che proteggono un castello, mentre il sistema immunitario specifico o adattativo agisce in un secondo tempo ed è simile ai soldati che interverranno a difesa del castello, dopo che saranno state violate le mura. L’immagine è ancora più calzante se si pensa che gran parte dell’efficacia di questa componente del sistema immunitario risiede nell’integrità anatomica e fisiologica di cute e mucose.
Quindi il sistema immunitario aspecifico o innato entra in azione molto rapidamente, senza tempi di latenza tra aggressione e risposta. Agisce accumulando cellule immuno-competenti nel sito dell’aggressione, grazie alla produzione di fattori chimici specifici come le citochine; attiva la cascata del complemento che aumenta la permeabilità dell’endotelio dei vasi, attira le cellule dell’infiammazione e neutralizza le cellule morte; elimina le sostanze estranee presenti nei tessuti mediante cellule della serie bianca del sangue; infine stimola l’attivazione del sistema immunitario specifico grazie ad un processo noto come presentazione dell’antigene.

Un limite del sistema immunitario aspecifico o innato è quello che, nonostante intervenga in ogni caso di aggressione, non è in grado di discriminare con cosa viene in contatto, non conserva una memoria specifica dell’agente infettivo e non è potenziato dalla successiva esposizione allo stesso agente. All’opposto, il sistema immunitario specifico o adattativo è antigene-specifico e reagisce solo con il microrganismo con cui è venuto in contatto in passato: ha, verso questo, una sorta di memoria e quindi la capacità di riattivarsi.
Non è mia intenzione approfondire i meccanismi d’azione del sistema immunitario. Semplicemente vorrei far notare la complessità degli interventi che il nostro organismo attua nel difendersi prima ancora di reclutare plasmacellule e anticorpi.
Questa “prima linea” difensiva è fondamentale ma spesso è limitata dall’azione di farmaci che ne deprimono l’azione. Al primo posto ci sono i corticosteroidi, che inibiscono non solo i segni clinici dell’infiammazione, ma indeboliscono l’azione delle tante cellule e molecole predisposte. Anche i vaccini convenzionali, producono uno squilibrio analogo, dato che stimolano oltre misura la componente specifica e deprimono la componente aspecifica o innata. Tornando all’immagine del castello e delle mura, è come se la difesa fosse affidata a truppe scelte, dotate di armi tecnologicamente sofisticate, ma che, distrattamente lasciassero aperto il portone del castello e abbassassero il ponte levatoio.
Altra cosa da ricordare è che l’esposizione agli agenti patogeni dei vaccini è fatta seguendo vie innaturali, sia per l’agente infettante sia per l’organismo che riceve la vaccinazione. La natura aveva previsto altre vie di esposizione, come respiro o ingestione, che sono tranquillamente by-passate, mediante l’inoculazione parenterale, dai vaccini. Seconda parte





AUTISMO



 CASI AVVERSI DELLE VACCINAZIONI


Questa materia è senz’altro una delle più spinose ed impegnative, sia in termini di raccolta dei dati che di valutazione clinica dei casi, soprattutto quando lo sviluppo di determinate patologie non può essere chiaramente attribuito in termini strettamente temporali alla somministrazione di un vaccino.
 
La materia è peraltro già stata ampiamente definita al capitolo dedicato ai danni da vaccino: in questa sezione si tratta di identificare i possibili meccanismi di monitoraggio e registrazione dell’incidenza sulla popolazione – a partire dalle comunità infantili – delle patologie in qualche modo associabili alla somministrazione dei vaccini e raggruppabili nelle categorie summenzionate. 

Le strutture sanitarie preposte al controllo e alla registrazione degli eventi legati alle malattie infettive possono e devono poter registrare con pari zelo e cura tali patologie, affinché possa essere veramente possibile elaborare in modo scientifico il cosiddetto bilancio “costo/beneficio delle vaccinazioni.

Finché si useranno due pesi e due misure in questo settore, qualsiasi dato di bilancio sarà da ritenersi inattendibile perché incompleto e non rispondente alla realtà: ovviamente in questo bilancio dovranno essere parimenti inseriti i costi che la comunità sarà chiamata a sostenere per il sostegno ed il recupero dei soggetti danneggiati dalle vaccinazioni.
Si vuole sottolineare ancora una volta il carattere peculiare che l’amministrazione scolastica ha nel rivestire un ruolo di primo piano in questo scenario: prendiamo spunto a tale proposito dal documento “Autistic Spectrum Disorders”, 2002, California Department of Developemental Services (www.dds.ca.gov), per indicare una possibile strategia operativa nel seguire i bambini ed i ragazzi nel loro sviluppo scolastico progressivo, individuando in modo scientifico tutte quelle situazioni di crisi che emergono dal loro rendimento, anno per anno. 

La scuola rappresenta un momento topico per l’espressione delle potenzialità intellettive, dei comportamenti, dello stato di salute psicofisica e delle capacità espressive generali della persona umana in divenire: ed è in tale contesto che possiamo vedere chiaramente l’impatto di determinate politiche socio sanitarie sulle generazioni presenti e future.
Il documento a cui facciamo riferimento si occupa in particolare di Autismo: un tempo raro, l’autismo ha raggiunto proporzioni epidemiche negli Stati Uniti. L’incremento non può essere attribuito all’evoluzione dei criteri diagnostici, anche se questi sono diventati attualmente più restrittivi.
 
L’aumento dei soggetti affetti da questa grave patologia avrà un enorme effetto non solo come maggior onere per le strutture scolastiche ma anche sull’economia nel momento in cui questi bambini saranno degli adulti. 
L’esplosione dei casi di autismo a partire dal 1994 è stata impressionante: a partire dai 644 nuovi casi, nel giro di 5 anni (1999) il numero dei nuovi casi era salito a 1,944, ovvero 6 nuovi casi al giorno per 7 giorni alla settimana. I nuovi casi salirono a 2,725 nel 2001 e 3,577 nel 2002, ovvero 10 nuovi casi al giorno. 

L’autismo è diventata l’invalidità predominante in California per quanto concerne l’accesso ai servizi sanitari. Secondo il più recente rapporto sull’autismo di questo stato (marzo 2003), i casi di autismo del tipo I sono aumentati del 97% negli ultimi quattro anni, in confronto al 16% dei casi di paralisi cerebrale e del 29% dei casi di ritardo mentale.
Lo stesso andamento è riscontrabile anche negli altri stati ed è stata ben documentata recentemente a Rhode Island, dove proporzionalmente l’incremento annuale dell’autismo è stato sostanzialmente più grande dell’aumento dei disturbi del comportamento e di tutte le inabilità complessivamente.
 
Fino ad oggi, sebbene il CDC (USA) non conosca le cause dell’autismo e i sintomi neurologici, endocrini, gastrointestinali e immunitari, appare fermamente determinato a negare qualsiasi potenziale ruolo del vaccino MPR e dei conservanti a base di mercurio, senza produrre al suo interno alcuno studio di carattere clinico. La possibilità che il mercurio possa colpire il sistema immunitario di alcuni bambini geneticamente predisposti e far scattare conseguentemente l’autismo a fronte della loro esposizione al vaccino MPR non è mai stata esclusa in via definitiva.

Senza dubbio, parlando solo di Autismo, queste sono cifre impressionanti: non entriamo qui nel merito di altre patologie altrettanto invalidanti o perlomeno limitanti le potenzialità cognitive dell’individuo, come l’ADHD (sindrome da deficit attentivo), la dislessia, la disgrafia e altre patologie collegate a disturbi del SNC.








Nuovi vaccini combinati


 VACCINI COMBINATI


Oggigiorno, i vantaggi dei vaccini combinati sono ritenuti:

Semplicità d’uso,
Migliore accettazione da parte di chi li riceve e di chi li somministra,
Minori costi dei programmi di vaccinazione (per un minor numero di inoculazioni).
Questi fattori favorevoli hanno favorito il successo dei vaccini combinati attualmente in uso sempre maggiore in tutto il mondo.
Va premesso che non tutti gli Autori sono a favore dei vaccini combinati, perché aumentano il rischio degli effetti indesiderati da vaccino. Infatti, ogni combinazione vaccinale dovrebbe essere giustificata da una documentazione che ne dimostri i vantaggi o comunque gli eventuali benefici rispetto gli stessi vaccini usati singolarmente. 

Ogni combinazione deve inoltre dimostrare di disporre di:

Studi di qualità,
Studi di stabilità,
Studi di sicurezza,
Studi di tollerabilità clinica,
Studi di efficacia/immunogenicità,
Studi farmaceutici per stabilire la corretta stabilità e compatibilità tra i vari componenti biologici del vaccino combinato con garanzia di esclusione di interazioni con conservanti, eccipienti, adiuvanti.
 
Nei vaccini combinati, infatti, non sono rare le interazioni che possono indurre un aumento o una diminuzione della risposta immunitaria rispetto quella che ci sarebbe stata con la somministrazione di un singolo antigene. Queste interazioni sono quasi sempre di tipo immunitario, ma possono anche sorgere interazioni chimiche e/o fisiche (nei vaccini vivi ci può essere un’interferenza tra i vari ceppi virali usati in combinazione che può ridurre la proliferazione di uno o più ceppi vaccinici con la conseguente riduzione della risposta immunitaria).
 
Per esempio:
La vaccinazione antipoliomielitico orale richiede 3 somministrazioni per raggiungere la piena immunizzazione a causa delle mutue interferenze tra i tre virus che compongono il vaccino;
 
Il vaccino antimorbilloso e antiparotitico (dell’MPR) sono caratterizzati da un’interferenza tra i due virus con conseguente ridotta risposta immunitaria al virus della parotite;
 
Nel vaccino batterico tetravalente (antifterico-antitetanico-antipertossico-antiemofilo B) si è visto che c’è una aumentata risposta anticorpale alla tossina antitetanica e alla componente antiemofila con possibili effetti indesiderati pari a quelli che si avrebbero avuti usando dosi eccessive ma singole degli antigeni in questione.
 
In genere, di tutti questi studi farmaceutici e biologici non compare traccia nelle schede tecniche “riservate”. Al massimo, compaiono delle affermazioni molto vaghe come la seguente: “Non ci sono dati in merito all’efficacia e alla sicurezza della somministrazione concomitante del vaccino X con un vaccino virale vivo contro il morbillo, la parotite e la rosolia. Ad oggi non sono disponibili dati sufficienti sull’immunogenicità della somministrazione concomitante del vaccino X con il vaccino pneumococcico polisaccaridico coniugato adsorbito” (tratto dalla scheda tecnica di un vaccino esavalente).
 
Infine, non va scordato che i vaccini combinati sono delle complesse miscele formate, oltre che da antigeni (batterici o virali), da conservanti, adiuvanti, stabilizzanti e spesso dei contaminanti derivati dalla fermentazione delle colture cellulari e/o da altri processi della lavorazione vaccinale e spesso i NUOVI VACCINI combinati contengono dei nuovi adiuvanti (lipide A detossificato, liposomi, microsfere, emulsioni, saponine, muramil-peptidi) e necessitano pertanto di nuovi studi preclinici e clinici (specie di farmacovigilanza) che ne dimostrino l’innocuità, perché potrebbero sorgere nuove allergie e/o effetti indesiderati verso queste sostanze non ancora sufficientemente sperimentate.
 







Vaccini. La denuncia delle reazioni avverse.


DENUNCIAMO



La denuncia dei casi di reazione avversa da vaccino deve essere fondamentalmente libera, alla stregua di quanto avviene normalmente negli USA con il sistema VAERS. Tutti possono intervenire nel riportare reazioni avverse ai vaccini in questo sistema di raccolta dati: CDC (Center of Disease Control) ed FDA (Food and Drug Administration) che gestiscono i dati raccolti incoraggiano chiunque a segnalare tali eventi avversi anche nel caso che questi non siano apparentemente connessi al vaccino somministrato. Quante più informazioni sono rese disponibili in questo campo e tanto migliore sarà il sistema di controllo sui vaccini e, di conseguenza, la loro sicurezza.
 
Il sistema di registrazione degli effetti indesiderati da vaccino della US Vaccine Adverse Events Reporting System (VAERS) riceve circa 11.000 segnalazioni/anno di reazioni avverse da vaccino: circa l’1% sono denunce di morte. La maggior parte di queste segnalazioni sono fatte da Medici (solo il 2% proviene direttamente dai genitori dei bambini vaccinati).
Questo dato, e cioè che i vaccini possano portare a morte, è allarmante già da solo, se si pensa che i vaccini vengono somministrati a bambini praticamente sani, ma per quanto drammatico, si può tranquillamente dire che è solo la punta dell’iceberg dei danni da vaccini.
 
È anche interessante notare come le Compagnie di Assicurazione americane (che fanno i migliori studi statistici sulle responsabilità) rifiutino di coprire le reazioni avverse da vaccino.
Nel nostro paese manca questa cultura: è necessario introdurla nel segno della massima trasparenza e tutela del cittadino, in particolare verso i neonati. 

Medici ed operatori sanitari devono avere un atteggiamento di massima trasparenza ed apertura verso le segnalazioni che ricevono per dar corso ad una completa e corretta diagnosi dell’evento avverso, senza alcuna pregiudiziale o chiusura preconcetta, ma semplicemente rendendo tale processo un dato puramente oggettivo, separando all’atto della registrazione gli aspetti di indagine clinica dal puro e semplice manifestarsi di determinati sintomi in concomitanza o in relazione temporale possibile alla vaccinazione.

D’altra parte libera denuncia da parte dei genitori era tra le prerogative riconosciute a questi con il Decreto Ministeriale 12 dicembre 2003, (G.U. n. 36 del 13/02/2004) che ha portato alla definizione della scheda di segnalazione unica di reazione avversa da farmaci (ADR), che poteva avvenire tramite modello in all. 4 della suddetta norma e denominato “Modello di scheda per la comunicazione di effetti indesiderati dal cittadino”. 

Questo modulo deve poter essere migliorato nei contenuti, introducendo al suo interno una serie di sintomatologie specifiche e riscontrate fra le reazioni avverse vaccino e riscontrabili facilmente dai genitori prima di rivolgersi al medico curante e/o pediatra di libera scelta. Il modulo stesso inoltre deve essere consegnato alla famiglia subito dopo la somministrazione del vaccino e deve contenere i dati del soggetto vaccinato oltre a quelli essenziali relativi al vaccino somministrato, ovvero:
Identificazione del soggetto vaccinato, età compresa,
Esito della visita pediatrica preliminare alla vaccinazione,
Indicazione della dose di vaccino somministrata (prima, seconda, richiamo, ecc.),
Data e ora di somministrazione,
Tipo di vaccinazioni somministrate,
Nome commerciale del prodotto e ditta produttrice,
Numero di lotto e numero di serie,
Data di scadenza del prodotto,
Identificazione del medico vaccinatore,
Identificazione della struttura nella quale viene effettuata la somministrazione.

 

La famiglia deve essere debitamente sensibilizzata nel poter riconoscere i possibili sintomi di reazione avversa, senza inutili allarmismi ma anche senza minimizzare pericolosamente possibili indicatori. Qualunque sospetta reazione avversa dell’organismo successiva alla vaccinazione va presa in attenta considerazione: non esistono false reazioni avverse ma tutte le reazioni avverse devono essere sospettate, denunciate, attentamente studiate ed adeguatamente contrastate.
Reazioni avverse possono manifestarsi dopo qualunque vaccinazione e possono comparire subito dopo l’inoculazione o dopo tempi molto variabili.
 

L’elenco delle possibili reazioni avverse è lunghissimo e sarà sempre incompleto.
Inoltre, il soggetto vaccinato deve conservare una vera e propria cartella clinica che lo accompagni nel percorso dell’intero ciclo vaccinale: tale cartella, oltre a riportare tutti i dati essenziali di cui al capoverso precedente, conterrà anche tutte le anamnesi post vaccinali dell’intero ciclo e dovrà permettere al medico vaccinatore, ovvero al pediatra di libera scelta di decidere in via preliminare alla somministrazione del vaccino se e come procedere con la somministrazione della dose stessa: ovviamente il verificarsi di episodi di reazione avversa in coincidenza alle dosi precedenti dovrà costituire elemento pregiudiziale al proseguimento del ciclo vaccinale almeno fino a quando tali episodi non siano stati pienamente chiariti da una indagine clinica approfondita e pienamente accettata dagli esercenti la potestà genitoriale del soggetto vaccinato quando questi sia un minore.
 

Per una più corretta ed effettiva valutazione delle cause scatenanti una reazione avversa dovrà essere riconsiderata la politica attuale della somministrazione di dosi multiple di vaccino nella stessa seduta (vaccini combinati).

Le incertezze dei vaccini




L'uso dei vaccini è il prodotto di una logica sensata?


Secondo il Prof. Giuseppe Di Bella, perché invece di un uso eccessivo e intensivo dei vaccini, non valorizzano e applicano le evidenze scientifiche ormai pubblicate sulla massima banca dati medico scientifica mondiale ufficiale www.  pubmed.gov, limitandone l’uso a casi di reale necessità e secondo criteri di buon senso della pratica medica? Potrebbero essere valorizzate le immunoglobuline specifiche per singole virosi, reperibili all’estero, ma non in Italia (perché?).  I miei figli hanno avuto, da piccoli, una rapida risoluzione della parotite e pertosse grazie a somministrazione dell’immunoglobulina specifica.   La stessa identica logica porta a iniettare le immunoglobuline antitetano in caso di ferite.   Esistono per varie virosi le gamma globuline, gli anticorpi specifici. 

Oggi questi prodotti sono di assoluta sicurezza, sterilità ed affidabilità, passando attraverso una serie di successive sterilizzazioni, mancano infatti casi documentati di trasmissione di virosi da gammaglobuline, che sarebbero altresì indicate all’inizio di forme influenzali, ottenendone una rapida risoluzione senza complicazioni o tossicità.  Basterebbe il sistematico impiego della Soluzione di retinoidi + vit. E, con quello della vitamina C e del (ancora gravemente sottovalutato) Lisozima [identificato nel 1922 da Fleming che per primo ne ha accertato le fondamentali proprietà antinfettive e di potenziamento dell’immunità] per abbattere decisamente la frequenza, la virulenza, le complicazioni, le recidive di tante malattie batteriche e/o virali . Il Lisozima è un componente importante dell’immunità, è presente nel liquido lacrimale, nelle secrezioni nasali, nella saliva, nell’intestino, nel sangue. E’ una proteina basica che interagisce con batteri e protozoi e virus che lisa facilmente e che, non essendo protetti da una capsula e contenendo proteine acide, sono pertanto sensibili all’attività del Lisozima. Esso è la quarta frazione del Complemento, componente dell’immunità, ha una sfera d’azione antivirale vastissima, uno spettro d’azione cui in pratica non sfugge nessun virus, agisce bene anche su molti protozoi e su parecchi batteri Gram positivi delle via aerodigestive superiori, in totale assenza di tossicità, o pericolo di accumulo o sovradosaggio. Basta leggere le numerose monografie relative e la vasta documentazione in letteratura, su www.pubmed.gov (sono reperibili 28.484 pubblicazioni sul Lisozima).
 

Stanno cercando di imporre alla classe medica dei dogmi terapeutici, ma il dogma rientra nell’ambito teologico, non scientifico, né clinico, non esiste un dogma scientifico e/o clinico, ogni ricerca, proposta terapeutica, deve essere documentata con le metodiche, le procedute e modalità che qualificano un dato “evidenza scientifica” quando esso è definitivamente acquisito, certo, documentato e dimostrato in modo incontestabile. Non sembra che la miriade di vaccini singoli o polivalenti imposti rispondano pienamente a questi requisiti. La questione, oltre che clinico-scientifica, è soprattutto ed essenzialmente politica, etica e sociale. 

Può uno stato imporre terapie? 

Obbligare una persona, contro la propria volontà, a sottoporsi ad una terapia coercitiva, costringendolo per di più a firmare che i vaccini imposti “sono a proprio rischio e pericolo”, rifiutando poi di risarcire il malcapitato anche quando è matematicamente dimostrato che l’evento avverso sofferto è stato causato dal vaccino? È logico, morale, accettabile, etico? 



 

Allevamenti intensivi



ALLEVAMENTI INTENSIVI 
 e
Escheria Coli 
 



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Le conseguenze dell'allevamento intensivo


Alla ricerca spasmodica della causa che ha scatenato il panico in mezza Europa, nessuno si è chiesto se gli allevamenti intensivi possano avere un ruolo all'interno della vicenda. La correlazione tra allevamenti intensivi e batterio dell'E.coli era stata denunciata già un anno fa da un bellissimo documentario arrivato, non a caso, tra i candidato all'Oscar 2010 quando del batterio killer ancora non parlava nessuno.
Il documentario in questione è Food Inc, che consigliamo a tutti di vedere, in quanto ha mostrato una realtà davvero incredibile, fatta di sostanze chimiche, dannosissime per la nostra salute, somministrate agli animali per favorirne la crescita, o ancora su frutta a verdura, per renderle sempre disponibili, quattro stagioni su quattro. Proprio tale documentario, lo scorso anno, aveva posto l'attenzione su come la produzione di cibo negli Stati Uniti fosse in mano ad alcune grandi corporazioni che, con la scusa di accrescere l’efficienza e la salute dei consumatori, abbassavano gli standard d’igiene, le condizioni lavorative e snaturavano l’allevamento degli animali.

Ma c'è un inquietante scoperta mostrata dal documentario: già allora si parlò di vari casi in cui l'E.Coli aveva causato danni alla salute, fino alla morte. Com'è successo al piccolo Kevin nel 2001, ucciso in soli 12 giorni dall'infezione (contratta dopo aver mangiato un hamburger), che in questo periodo sta facendo tanto discutere. Come mai, fino ad ora nessuno ha collegato le due cose? Per il documentario era già un fatto noto che l'E.Coli potesse costituire un rischio per la nostra salute. Va inoltre ricordato che, secondo il documentario, la maggior parte dei bovini americani mangiano cereali invece che erba per poter ingrassare più rapidamente. Inoltre, i cereali non sono così digeribili e i bovini contraggono conseguentemente un batterio dannoso per l’uomo, che si può sconfiggere con l’ammonio.

Legge Kevin
 
"A volte ho l'impressione che le aziende siano state protette più di mio figlio" lamenta la madre del piccolo Kevin, riguardo alla mancata entrata in vigore dell'omonima Legge Kevin, volta a conferire al Ministero dell'Agricoltura americano il potere di chiudere gli impianti da cui esce ripetutamente carne contaminata.
Ma gli allevamenti intensivi non sono assolutamente prerogativa a stelle e strisce. Lo ha messo in luce l' interessante servizio del Tg1 di ieri, realizzato con la collaborazione degli attivisti di Oltre La Specie, che ha denunciato come anche nel nostro paese il problema dell'allevamento intensivo sia ben lontano dall'essere superato, e forse anche affrontato. Il filmato, realizzato con le telecamere nascoste ha mostrato la realtà di un grande allevamento italiano di polli da carne, in cui oltre 20mila piccoli animali si trovavano reclusi in attesa di ingrassare velocemente per finire sulle nostre tavole.
Un fatto è certo. L'E.Coli continua a mietere vittime. E la risposta potrebbe essere già stata fornita in anticipo da Food Inc.



Fonte: www.greenme.it

Batteri e virus.....la guerra del potere


Guerra batteriologica o……guerra del silenzio! 
 
                                                        

 
Siamo di fronte ad un colossale cambiamento nella storia della razza umana e nessuno ne sa niente, completo silenzio e soprattutto ignoranza  mista allo stupore di una tale assurdita'.
Ebbene, questa è la verita', la ragione di gran parte dei nostri malesseri, influenze , allergie, tumori e morbi e' studiata in laboratorio
Ricordate lo stupore di fronte agli orrori dei campi di concentramento nazista? Cosa vi fa pensare che quegli orrori siano finiti? Non è forse un bisogno quello di convincersi che cio' che è passato ha  trasformato e maturato il comportamento umano in modo tale che se dovesse accadere un orrore simile....sapremmo come reagire?

Purtroppo se i nostri nonni, nella loro ignoranza, reagirono con coraggio agli orrori della Grande Guerra, noi, nella nostra ignoranza, dovremmo fare altrettanto.
Cosa vuol dire questo? Prima di tutto scoprire cosa c'è dietro alla storiella del " buco di ozono" che ci viene raccontata da anni, non è forse vero che quando i prigionieri di Dachau morivano a centinaia nei campi di concentramento, gli abitanti sapevano che c'erano dei campi di lavoro che ospitavano persone apparentemente gioiose (i prigionieri erano costretti a cantare quando, passando attraverso il paese di Dachau, si trasferivano nei campi di lavoro), questa era la verita'? NO, lo abbiamo scoperto e ne siamo ancora oggi sconcertati, ma un campo ben peggiore  è stato preparato affinche' potesse ospitare un gran numero di "vittime".

Il più dispendioso ed abnorme programma di ricerca nel campo delle armi batteriologiche sta procedendo anche sotto la presidenza Obama, in evidente violazione dei trattati internazionali, come la convenzione di Ginevra del 1925, che bandisce le armi biologiche. Che cosa aggiungere?
L’uso delle armi biologiche fu un mezzo, che nel 1767 decimò le tribù dei nativi americani, mentre oggi è evidente che in questo feroce ambito si sviluppa la politica nazionale. Questo programma, che coinvolge alcuni dei più mortali ed orribili patogeni, molti dei quali potrebbero diffondere epidemie, è stato condotto in segreto, senza un’adeguata supervisione ed in flagrante violazione delle norme sancite dall’N.I.H. Perché?
Questo programma, che coinvolge i più mortali ed abominevoli agenti patogeni, molti dei quali potrebbero diffondere epidemie, è stato condotto in segreto senza un’adeguata supervisione ed in flagrante sprezzo delle norme dell’N.I.H.

113 tra università, laboratori del governo, strutture sanitarie ed aziende private, sono implicati in progetti di ricerca riguardanti le armi batteriologiche ed hanno rifiutato di rivelare al pubblico le loro attività, come richiesto dalle leggi federali. Questa è l’accusa di un comitato di sorveglianza.

Invece di por fine a queste operazioni, tuttavia, gli istituti nazionali della salute di Bethesda, l’agenzia del governo, con la supervisione di questi laboratori, permette loro di continuare le ricerche. Si tratta di un atteggiamento curioso per un ente che si autodefinisce l’amministratore della ricerca medica per la nazione.

Dalla California al New Jersey, da Boston a San Antonio, spesso nel cuore delle aree più densamente popolate, i laboratori che producono armi biologiche, generosamente finanziati con 20 miliardi di dollari dall’amministrazione Bush sin dal 2001, proseguono nella sperimentazione di agenti biologici come il virus dell’influenza spagnola, il batterio dell’antrace, la tularemia, la febbre della Rift valley. Secondo la voce comune, in alcuni di questi laboratori, le misure di sicurezza sono inadeguate per proteggere le persone dall’esposizione ad agenti patogeni.

Secondo le leggi degli Stati Uniti, i beneficiari dei fondi federali per le ricerche biotecnologiche, devono osservare delle istruzioni dettate dall’N.I.H. Queste norme includono l’obbligo di tenere dei verbali degli incontri delle commissioni istituzionali per la tutela della salute, al fine di descrivere la loro attività ed i loro programmi. In certi casi, queste commissioni non hanno mai organizzato nemmeno un incontro. In altri casi, i verbali redatti sono privi di sostanza.

Le loro operazioni, in diverse circostanze, sono state tenute segrete, secondo il comitato di sorveglianza Sunshine Project di Austin, in Texas, un’associazione che tenta di proteggere la popolazione dai rischi degli esperimenti biotecnologici. La convenzione sulle armi biologiche, che gli Stati Uniti firmarono, proibisce la ricerca nel campo delle armi biologiche offensive. Tuttavia, se il lavoro è svolto in segreto, le armi progettate a scopi offensivi potrebbero essere tenute nascoste. Negli anni ’30, l’esercito giapponese occultò il suo piano segreto di guerra batteriologica come progetto per la depurazione delle acque.

Dal momento che i laboratori governativi operano in un ambito di ricerca duplice (la sperimentazione sugli agenti patogeni ha sia applicazioni offensive sia difensive), Edward Hammond, del Sunshine Project, riferisce di aver incontrato gravi problemi con questo sistema, che include esperimenti rischiosi attuati con misure di sicurezza dubbie o inadeguate, con commissioni inefficienti e compiacenti e con altri problemi simili.

Francis Boyle, un esperto di diritto internazionale dell’università dell’Illinois, è ancora più esplicito. Egli definisce le commissioni universitarie “uno scherzo ed una frode che non garantiscono protezione ad alcuno”. Boyle, che ha steso una legge sulle armi biologiche contro il terrorismo, nel 1989, promulgata dal Congresso, afferma che il Pentagono “ora sta marciando per combattere e vincere la guerra biologica”, secondo la strategia nazionale dei due Bush, adottata “senza un dibattito pubblico”.
Il 7 novembre 2006, Hammond ha sporto denuncia contro la dottoressa Amy Patterson, direttrice dell’ufficio di biotecnologia dell’N.I.H., citando 113 istituzioni “per inosservanza delle norme dell’N.I.H.”, soprattutto per aver rifiutato di redigere i verbali degli incontri.

“Assecondare questa richiesta non è soltanto obbligatorio, secondo le norme dell’N.I.H., ma anche un dovere morale delle istituzioni che conducono le ricerche, come quelle sul DNA e su agenti biologici che potrebbero danneggiare la popolazione”. Ha aggiunto Hammond. Egli ha scritto alla Patterson: “L’inadempienza rilevata per opera di queste istituzioni, dovrebbe implicare un’interruzione dei finanziamenti”.
La dottoressa Patterson, apparentemente, aveva delle difficoltà nell’ottenere informazioni dai laboratori che sono sul libro paga federale. Il 6 dicembre 2004, ella diramò un promemoria alle università coinvolte nella ricerca, in cui si affermava che l’adempimento delle norme dell’N.I.H. è da considerarsi critico per la ricerca e per la formazione di un comitato istituzionale per la protezione del personale, dell’ambiente e della salute pubblica.
Sin dall’ 11 settembre 2001, le aziende biotecnologiche, i laboratori militari, le università statali e private degli Stati Uniti, dell’Australia e del Sud Africa, hanno usufruito di finanziamenti abnormi dal governo federale.
 

Quanto è grande l’affare? Sul luogo del reato, la Southwest foundation for biomedical research di San Antonio (Texas), ha ammassato 6.000 tra scimpanzè, babbuini ed altri primati, per le cui spese di mantenimento i contribuenti versano sei milioni di dollari all’anno. La S.F.B.R. compie esperimenti genetici su primati e custodisce, nei suoi laboratori, alcuni fra i più pericolosi virus, come l’ebola ed il lassa.
Inoltre il Battelle National Biodefence Institute di Columbus (Ohio), ha appena ricevuto duecentocinquanta milioni di dollari dal dipartimento della sicurezza nazionale, per svolgere l’analisi della difesa biologica nell’ambito del centro di Fort Detrick, secondo il Washington Post del 25 dicembre 2006. In precedenza, nel luglio del 2006, il Washington Post riportò che molto di quello che si respira nel centro potrebbe essere ignorato dalla stessa amministrazione Bush. Il B.N.B.I. non rispetta le direttive dell’I.B.C., afferma Sunshine.
“Alcune delle ricerche confluiscono in una zona grigia che costeggia i bordi di un trattato internazionale riguardante la produzione di armi biologiche”, riporta il Washington Post. “L’amministrazione smentisce queste rivelazioni, insistendo che il lavoro è puramente difensivo e legale. Ha inoltre rifiutato le richieste avanzate da osservatori indipendenti di una supervisione circa le attività del dipartimento”.

Il quotidiano ha citato Milton Leitenberg, un esperto di armamenti dell’università del Maryland, che ha affermato: “Se vedessimo delle persone impegnate in questo tipo si ricerca, dovremmo arguire che i trattati sulle armi biologiche sono stati violati. Non si può gridare a tutto il mondo che l’Iran e la Corea del Nord perseguono programmi nucleari su cui si sa poco, quando da noi succede tutto questo”.
Il Washington Post riporta che l’operazione dovrebbe comprendere un’area di circa 160.000 piedi quadrati ed uno staff di 120 persone. Il quotidiano aggiunge: “La storia di Fort Detrick, come centro in cui erano custoditi germi, getta una lunga ombra sul nuovo laboratorio.
Quando Fort Detrick costrinse il Pentagono ad abbandonare il programma di armi biologiche, diventò un punto di attrazione per le proteste contro la guerra del Vietnam”. In laboratori come questi, gli scienziati possono creare nuove malattie di fronte alle quali non abbiamo difese. Queste armi, una volta usate, sono notoriamente difficili da controllare e potrebbero diffondere epidemie destinate ad indebolire ed a spaventare le popolazioni civili.

Hammond crede che esistano circa 400 agenti biologici in tutti i laboratori degli Stati Uniti, alcuni dei quali incontrano inattese difficoltà, quando devono ottemperare alle leggi. David Perlin, presidente del Public Health Research Institute di Newark (New Jersey), ha affermato che l’F.B.I. ha chiesto a tale istituto di aderire ad un accordo affinché non siano resi pubblici i dati relativi agli agenti patogeni custoditi nelle installazioni.
Quelli che tendono a sminuire il lassismo dell’N.I.H., a proposito delle regolamentazioni, devono solo ricordare gli episodi delle lettere all’antrace spedite ai rappresentati democratici del Congresso e ad alcuni giornalisti, nell’ottobre 2001. Si ritiene che il batterio dell’antrace sia prodotto a Fort Detrick(1), sebbene non se ne abbia certezza, poiché l’F.B.I. non ha mai perseguito i colpevoli. Da allora, la notevole proliferazione di questi laboratori, sotto l’amministrazione Bush, ha creato nuovi addetti nel settore delle armi batteriologiche, in alcuni casi studenti. Quattro addetti di Fort Detrick sono morti dopo aver lavorato in questi laboratori. La mancanza di trasparenza riguarda la storia segreta della C.I.A. e del Pentagono, che usarono i cittadini statunitensi come cavie. La pubblicazione “Rogue State”, di William Blum, ricorda che per più di due decenni “furono condotti test nell’atmosfera, che esposero milioni di cittadini ad enormi nuvole contenenti pericolosi batteri e sostanze chimiche”.
Tra il 1949 ed 1969, l’esercito statunitense sperimentò la diffusione di elementi chimici e batteri su 239 aree popolate, comprese la regione di San Francisco, di New York e di Chicago, senza avvisare la popolazione e senza prendere precauzioni per la salute. Il Pentagono sottopose migliaia di militari della marina ad irrorazioni, per verificare le conseguenze delle armi batteriologiche.

Miscele ancora più micidiali furono vendute segretamente al dittatore irakeno Saddam Hussein, per la sua guerra contro l’Iran. Washington negò tale fornitura, ma Robert Fisk ha riportato, nel quotidiano britannico “The Independent” del 31 dicembre 2006 che “dal 1985 e negli anni seguenti, le industrie belliche degli Stati Uniti, vendettero armi biologiche all’Iraq, con l’approvazione del governo (presidenza Reagan), incluso l’antrace”. Fisk riporta il resoconto di un testimone oculare che vide, su un convoglio militare adibito ad ospedale, dei feriti provenienti dal fronte, al confine tra Iran ed Iraq.

“Vidi centinaia di soldati iraniani che perdevano sangue e muco dalle vie respiratorie. Le carrozze erano così piene di gas, che dovetti aprire i finestrini. Le braccia ed i volti dei feriti erano pieni di bolle. In seguito, altri rigonfiamenti apparvero sulla pelle. Molti erano gravemente ustionati. Questi stessi gas furono, in seguito, usati contro i Curdi”.
Così, l’amministrazione Reagan, che promosse un’escalation nella ricerca sulle armi biologiche e che vendette armi batteriologiche a Saddam Hussein, prese il posto, negli oscuri annali della storia, di Benito Mussolini, i cui aviatori sparsero gas mostarda sugli Etiopi e del Giappone, sotto l’Imperatore Hirohito, il cui esercito imperiale uccise, con armi biologiche, migliaia di civili cinesi.

Grazie al loro basso costo, le armi biologiche sono state definite gli ordigni nucleari dei poveri. Tuttavia il loro potenziale distruttivo è enorme. Jeremy Rifkin, autore del saggio “The biotech century”, osserva, basandosi su uno studio del governo del 1993, che “Il rilascio 200 libre di spore di antrace con un aereo su Washington, potrebbe uccidere tre milioni di persone”.
Le operazioni segrete dei laboratori, potrebbero essere un po’ meno minacciose, se l’amministrazione Bush non avesse condotto una battaglia per demolire il sistema di ispezioni internazionali. Jackiee Cabasso, direttrice esecutiva del Western States Legal Foundation, Hoakland, California, avvertì che “l’anno scorso (2001) da soli gli Stati Uniti hanno affossato il sistema internazionale di ispezioni di questi laboratori, un sistema che avrebbe consentito di assicurare un uso non offensivo dei dispositivi biologici. Gli Stati Uniti, con improntitudine, stanno ora espandendo il loro programma, soprattutto in installazioni segrete”.
Secondo Boyle, il presidente Bush ha sabotato il protocollo di verifica del B.W.C., che era sul punto di conseguire risultati decisivi. Egli ha affermato che gli Stati Uniti hanno l’intenzione di procedere nella ricerca, nelle sviluppo e nella sperimentazione di programmi biologici criminali ed illegali.
Boyle è l’autore di “Biowarfare and terrorism”. Elisa Harris, ex funzionaria per il controllo delle armi sotto la presidenza Clinton, ha affermato che l’amministrazione stanzierà altri capitali, poiché gli Stati Uniti hanno combattuto con le unghie e con i denti per contrastare la comunità internazionale che cercava di rafforzare i trattati sulle armi batteriologiche.

Fra le aziende farmaceutiche inadempienti rispetto alle richieste di trasparenza, avanzate dall’N.I.H., bisogna ricordare le seguenti:
Abbott Laboratories of Abbott Park and Worchester, Agencourt Bioscience Corp.; Antibody Science, Inc.; BASF Plant Science, Bristol-Myers Squibb and its Pharmaceutical Research Institute of Connecticut; Centocor, Inc.; Chiron; Discovery Genomics Inc.; DuPont Central Research and Development; Embrex, Inc.; Genentech, Inc., Genzyme Corp. of Cambridge and Framingham, Mass.; GlaxoSmithKline, Merck & Co., Inc. and its Rahway, N.J., research site; Integral Molecular; Introgen Therapeutics; L2 Diagnostics LLC; Merck & Co. Inc., West Point; Merck Research Laboratories, Rahway, N.J.; Meridian Bioscience Inc.; Monsanto Co. Mystic, Conn., research; New Link Genetics; NovaFlora, Inc.; NovoBiotic Pharmaceuticals; OSI Pharmaceuticals; Pfizer Inc., and Pfizer Pharmaceuticals of St. Louis, Roche Bioscience, Schering-Plough Research Institute; SelectX Pharmaceuticals; Serono Research Institution; Third Wave Technologies; and Vaxin, Inc. Federal entities involved include the Center for Disease Control, the Walter Reed Army Medical Center, VA hospitals in Stratton, Va.; the Jerry Pettis Memorial hospital and the VA Pittsburgh Healthcare System. Also, the Idaho National Laboratory, Lawrence Livermore National Laboratory, the Oak Ridge National Laboratory, Plum Island Animal Disease Center of the U.S. Department of Homeland Security, the U.S. Department of Agriculture, Walter Reed Army Institute of Research and Navy Medical Research Center.

Altri beneficiari dei finanziamenti includono: AERAS Global TB Vaccine Foundation, Battelle, CBR Institute for Biomedical Research, Inc.; Children’s Hospital Oakland Research Institute, Children’s National Medical Centre, Cincinnati Children’s Hospital Medical Centre, Columbus Children’s Research Institute, Hadassah Medical Organization, Lovelace Respiratory Research Institute, Memorial Sloan-Kettering Cancer Centre, Mystic Aquarium & Institute for Exploration, e Scripps Clinic.

Tra le università inadempienti, bisogna annoverare le seguenti: Alabama A&M, Albany Medical College, Ball State, Brigham Young, Bucknell, Central Michigan, Drexel College of Medicine, Hackensack University Medical Centre, Hunter College, Indiana State University, Purdue University, Loma Linda, Missouri State, New York Medical College, Queens College of City University of New York.

Inoltre: Rider, Rockefeller University, Rosalind Franklin University of Medicine and Science, South Dakota State University, St. John’s University, State University of New York at Binghamton, Brockport, and Buffalo; Towson, Robert Wood Johnson Medical School(UMDNJ), and University Medical Centre of Southern Nevada. Ed ancora, le università dell’Arizona, California a San Francisco, Maryland, Massachusetts, Miami, Florida.; Mississippi; Puerto Rico, Rhode Island, Southern Mississippi, Texas at Arlington and San Antonio, Tulsa, Utah State, Wake Forest, Washington University in St. Louis, Western Kentucky e Wilkes.

Hammond ha affermato che non ha ancora ricevuto una risposta formale alla sua lettera del novembre 2006. Ha aggiunto: “Dubito che arriverà mai”. All’N.I.H. era stato chiesto di rispondere alle contestazioni contenute in questo articolo, ma non l’ha ancora fatto.

Sherwood Ross è un reporter ed editorialista statunitense.
Il suo indirizzo di posta elettronica è sherwoodr1@yahoo.com 

Gli ormoni e la loro funzione vitale


Gli ormoni e la loro funzione                                  




La natura dell’organismo è quella di produrre i due ormoni, progesterone ed estrogeno, in un equilibrio molto preciso e delicato in modo che la capacità riproduttiva venga massimizzata.
Questi due ormoni sono strettamente collegati in molti modi e, anche se sono in generale antagonisti, ognuno aiuta l’altro rendendo le cellule più sensibili verso quel certo ormone.
L’estrogeno in realtà non è un singolo ormone. Il termine ‘estrogeno’ si riferisce a una classe di ormoni con un’attività stimolante dell’estro — che favorisce, cioè, la proliferazione delle cellule endometriali in preparazione della gravidanza . Questi estrogeni comprendono l’estradiolo e l’estrone, che sono entrambi implicati nella stimolazione della crescita anormale delle cellule quando il loro livello è superiore al normale, e l’estriolo che è conosciuto come un inibitore del cancro. 

Ogni tipo di estrogeno svolge una sua funzione ben precisa nell’organismo. Questi estrogeni sono prodotti principalmente nelle ovaie, anche se piccole quantità sono secrete dalle ghiandole surrenali, dalla placenta durante la gravidanza e dalle cellule del grasso corporeo.
In una bambina all’inizio della pubertà, gli estrogeni stimolano la crescita del seno e l’espansione dell’utero, contribuiscono a plasmare i contorni del corpo femminile e alla maturazione dello scheletro, inoltre concorrono alla regolazione del ciclo mestruale  e svolgono altri ruoli indispensabili nella conservazione della massa ossea e nel controllo dei livelli di colesterolo nel sangue.
Quando nel corpo di una giovane donna è presente una quantita`‚ eccessiva di estrogeni, qualunque sia la loro provenienza questi contribuiscono a ‘bruciare’ le sue ovaie e a mettere in pericolo la fertilità.

Nel caso del progesterone, invece, stiamo parlando di un singolo ormone. Quindi progesterone è sia il nome della classe che del singolo membro di quella classe. Nelle ovaie il progesterone è il precursore degli estrogeni. Il progesterone è anche prodotto in piccole quantità dalle ghiandole surrenali in entrambi i sessi e dai testicoli nel maschio. È anche il precursore del testosterone e tutti gli importanti ormoni adrenocorticali. Oltre che dagli ormoni sessuali, i corticosteroidi derivano anche dal progesterone. I corticosteroidi sono essenziali per la reazione allo stress, per l’equilibrio degli zuccheri e degli elettroliti e per la pressione arteriosa, per non parlare della sopravvivenza stessa.
Mentre gli estrogeni sono l’ormone principale durante le prime due settimane del ciclo mestruale femminile, svolgendo il loro ruolo di preparare l’endometrio alla gravidanza, il progesterone è il principale ormone riproduttivo femminile durante le ultime due settimane del ciclo mestruale. E essenziale per la sopravvivenza dell’ovulo fecondato, dell’embrione e del feto durante tutta la gravidanza, quando di produrre il progesterone si occupa la placenta.

Una delle funzioni degli estrogeni è quella di immagazzinare sotto forma di grasso l’energia derivante dal cibo. È per questo motivo che gli estrogeni vengono somministrati in grandi quantità al bestiame, dato che i bovini sono venduti a peso, più ingrassano e più aumentano di valore. Gli estrogeni contribuiscono alla crescita di peso anche incrementando la ritenzione di liquidi. Non c’è quindi da meravigliarsi se sono così usati nell’industria della carne — ottimo motivo per evitare di consumare tutte le carni che non siano state prodotte organicamente. Il progesterone, d’altraparte, trasforma il grasso in energia, l’aumento dei livelli di progesterone porta quindi a una perdita di peso e maggior energia.
Quello fra estrogeni e progesterone è un equilibrio molto delicato. Se viene turbato, le conseguenze possono essere devastanti.
Purtroppo gli ormoni sintetici, oltre agli inquinanti ambientali, stanno portando lo scompiglio fra i nostri ormoni.

Squilibri ormonali sempre più accentuati

Il termine "Dominio degli estrogeni" è stato usato per la prima volta dal dottor John Lee. Nel corso degli ultimi vent’anni, il dottor Lee ha studiato le cause che stanno alla base della sempre maggior frequenza di problemi femminili come la sindrome pre-mestruale, l’endometriosi, le cisti ovariche, i fibromi, il cancro al seno, la sterilità, l’osteoporosi e i disturbi della menopausa. In base alla sua esperienza clinica maturata sul campo e alle sue ricerche, il dottor Lee è convinto che molte donne soffrono per gli effetti di una quantità eccèssiva di estrogeni. Egli ritiene che lo stress, le carenze nutritive, l’assunzione di sostanze a base di estrogeni dall’ambiente e la prescrizione di estrogeni sintetici con la carenza di progesterone che ne deriva siano i fattori principali che hanno contribuito alla creazione del dominio degli estrogeni.
Il dottor Lee ha scoperto un tema comune in tutte le donne che soffrivano per i dolorosi e spesso debilitanti sintomi della sindrome premestruale, della pre-menopausa e della menopausa: troppi estrogeni, o dominio degli estrogeni. Oggi gli estrogeni, invece di giocare il loro ruolo essenziale nell’ambito della ben equilibrata sinfonia degli ormoni steroidei nell’organismo femminile, hanno cominciato a sopraffare gli altri strumenti, creando una dissonanza biochimica. 

L’ultima cosa di cui ha bisogno l’organismo femminile è una maggior quantità di estrogeni, sotto forma di contraccettivi o di TSO (Terapia sostitutiva ormonale). E quando si manifestano i sintomi del dominio degli estrogeni, indovinate cosa viene prescritto? Altri estrogeni! Il delicato equilibrio naturale estrogeni/progesterone viene radicalmente alterato a causa di questo eccesso di estrogeni e la carenza di progesterone viene così accentuata.
Fra gli effetti collaterali di questa eccessiva somministrazione di estrogeni c’è l’aumento del contenuto di acqua e di sodio delle cellule, il che modifica la produzione di aldosterone e porta alla ritenzione di liquidi e all’ipertensione. Gli estrogeni provocano ipossia intracellulare — mancanza di ossigeno — ostacolano l’azione della tiroide, favoriscono il rilascio di istamina, facilitano la coagulazione del sangue, aumentando di conseguenza il rischio di embolie. Inoltre gli estrogeni non contrastati dal progesterone diminuiscono la libido, aumentano la probabilità di fibrocisti al seno, dei fibromi uterini, del cancro all’utero e al seno.


Disturbi femminili sempre più diffusi



I disturbi femminili sembrano diffondersi sempre più. Dal 40 al 60 percento di tutte le donne delle società occidentali soffrono di sindrome premestruale. Inoltre, possono essere soggette a una grande varietà di sintomi, alcuni legati alla menopausa e altri no. Di sicuro sembra che stia succedendo loro qualcosa di preoccupante. Ci sono indicazioni che portano a pensare che il giuste equilibrio ormonale necessario per il corretto funzionamento dell’organismo femminile venga minacciato da una quantità di fattori.
In una donna in buona salute, il flusso mestruale segnala il momento del suo ciclo nel quale l’organismo sta producendo quantità molto piccole di entrambi gli ormoni. La produzione di estrogeni comincia a crescere circa otto giorni dopo l’inizio del periodo. Normalmente dal dodicesimo al ventiseiesimo giorno il progesterone prodotto è centinaia di volte superiore agli estrogeni, perciò, se manca il progesterone, gli estrogeni possono circolare continuamente dall’ottavo al ventiseiesimo giorno.
Essenzialmente, se per un intero mese in una donna non circolano altro che estrogeni, quella donna ne sarà dominata.

Alcune ricerche hanno mostrato che in buona parte delle donne sulla trentina, quindi molto prima della menopausa, a volte non si verifica l’ovulazione durante il loro ciclo mestruale.
Anche se hanno sempre le mestruazioni, non producono ovuli. Senza l’ovulazione non si forma nessun corpo luteo e quindi non si ha produzione di progesterone. La frequenza di questi cicli senza ovulazione aumenta con l’avvicinarsi della menopausa, dando origine a un flusso mestruale più abbondante o più lungo.
Da questi cicli senza ovulazione possono derivare diversi seri problemi, come il manifestarsi i sintomi della menopausa: aumento di peso, ritenzione di liquidi e bruschi cambiamenti d’umore. In passato la maggioranza delle donne entrava in menopausa fra i 45 e i 53 anni, nell’ultima generazione, tuttavia, questo andamento sta cambiando. Sono sempre più numerose le donne sulla trentina che hanno periodi senza ovulazione senza che si manifesti la cessazione delle mestruazioni (menopausa) fin quasi ai sessant’anni. Perciò in queste donne gli estrogeni rimangono non contrastati per periodi della durata di un mese con tutti i conseguenti effetti collaterali.

Una carenza di progesterone può anche danneggiare seriamente le ossa ed è di grande importanza nello sviluppo dell’osteoporosi. La medicina moderna continua a trascurare il fatto che il progesterone stimola la formazione ossea agendo sugli osteoblasti. Questo significa che il progesterone stimola la crescita di nuovo tessuto osseo e che quindi l’osteoporosi può essere arrestata a qualsiasi età. La mancanza di progesterone fa sì che non vengono creati nuovi osteoblasti, con la possibilità che insorga l’osteoporosi.

Un terzo grave problema deriva dall’interazione fra la mancanza di progesterone e lo stress. Sotto stress il progesterone viene convertito in cortisolo, l’ormone “combatti o scappa”, a spese del progesterone e degli estrogeni. Lo stress combinato con una dieta sbagliata può provocare dei cicli senza ovulazione. La conseguente mancanza di progesterone interferisce con la produzione di ormoni anti-stress, aggravando la condizione di fatica che porta a ulteriori cicli senza ovulazione. Lo stress, le carenze nutrizionali e gli inquinanti fisici sono tutti fattori che contribuiscono ai cicli senza ovulazione e così il circolo vizioso della carenza di progesterone continua.
È importante notare che, mentre il problema viene considerato come dovuto a una carenza di progesterone, non è sempre vero che i livelli di progesterone sono più bassi del normale, questi possono essere bassi rispetto a elevati livelli di estrogeni.
Comunque, il delicato equilibrio fra estrogeni e progesterone risulta seriamente compromesso. 

Anche se non viene generalmente riconosciuto dalla scienza medica, la crescente frequenza dei cicli senza ovulazione anche in donne giovani e il conseguente squilibrio ormonale stanno creando un enorme problema sanitario. Il rischio di trovarsi una situazione di dominio degli estrogeni oggi è maggiore per le donne di tutte le età. Secondo il dott. Lee molti di questi problemi possono essere superati aumentando il livello di progesterone naturale nell'organismo.

(Tratto da "La verità sugli ormoni" di Sherill Sellmann" )