Questi innesti a RNA non si possono chiamare vaccini, poiché sono, a tutti gli effetti, impianti genetici.
Infatti secondo il dott. Ernesto Burgio "Si rischia che un vaccino nuovo, non sufficientemente testato, possa innescare forme gravi dell'infezione che si vuole combattere. Nella prevedibile corsa al vaccino contro SARS-CoV-2 incidenti simili sono possibili e si dovrá essere prudenti". E aggiunge "I rischi più temuti della vaccinazione emergono nel lungo termine".
Infine, é possibile che il materiale genetico iniettato col vaccino si integri nel DNA umano o ne alteri l'espressione, con imprevedibili e rischiose conseguenze, anche per la progenie.
Senza entrare nel merito dei tanti vaccini che si stanno mettendo a punto (adenovirus come vettori, vaccini OGM, virus non replicanti che producono proteine identiche a quelle del virus e altre), si tenga conto che il vaccino Moderna, che utilizza l'mRNA-1273 testato dal National Institute of Allergy and Infections Disease (NIAID) diretto da Antony Fauci, é un concetto del tutto nuovo: utilizza un segmento genetico virale che va a inserirsi nelle nostre cellule. Lo stesso vale per il vaccino della Pfizer. Naturalmente i produttori assicurano che quell'RNA virale non andrá mai a inserirsi nel nostro DNA, ma quale sicurezza ci garantiscono? Appena sequenze nucleotidiche vengono iniettate si accende la tempesta citochinica. Se si attiva la transcriptasi inversa, enzima che trascrive un RNA nel DNA, quella sequenza la ritroviamo nel nostro patrimonio genetico. Diventiamo noi stessi OGM se ci lasciamo modificare geneticamente il nostro DNA.
Secondo studi preprint del 13 dicembre 2020, il vaccino SARS CoV-2 può attivare la transcriptasi inversa e integrare nel nostro DNA la sua sequenza virale. In questo modo viene cronicizzata l'infezione e ricorrente produzione del virus, spiegando la positivitá al test PCR di soggetti che tornano ad essere positivi pur non essendo stati reinfettati.
Le riattivazioni del SARS CoV-2 potrebbero essere motivo di sindromi infiammatorie, autoimmuni, allergiche o di altro genere. Nessuno può prevedee con certezza quali danni potrá col tempo provocare questo virus nuovo, ingegnerizzato e cosí particolare.
A maggior ragione il vaccino SARS CoV-2 metterebbe i vaccinati ad alto rischio, con la stessa, se non peggiore, grave incognita delle reazioni future.
Avere nel nostro genoma il mRNA del SARS CoV-2 non é affatto tranquillazzante. A seconda del punto dove si integra si potrebbero slatentizzare geni di tumori o malattie autoimmuni, ma la vera incognita resta la cronicizzazione di un virus modificato.
In un vaccino ci deve essere il patogeno o i suoi antigeni, non il suo genoma. Iniettare materiale genetico non rientra nella legislazione sui vaccini e configura una violenza fisica e un grave pericolo.
Inoltre, un vaccino per un coronavirus é superfluo, data la sua bassissima letalitá. Un vaccino é certamente utile nelle malattie gravi ad alta letalitá, che non si possono curare, come la poliomielite, il vaiolo. Ma se ci sono valide cure, il vaccino non é indispensabile e non ha senso sconvolgere il sistema immunitario esponendosi a rischi anche gravi. La SARS CoV-2 si può prevenire e curare con i farmaci, anche se molti governi non sono daccordo.