CASI AVVERSI DELLE VACCINAZIONI
Questa materia è senz’altro una delle più spinose ed
impegnative, sia in termini di raccolta dei dati che di valutazione
clinica dei casi, soprattutto quando lo sviluppo di determinate
patologie non può essere chiaramente attribuito in termini strettamente temporali alla somministrazione di un vaccino.
La
materia è peraltro già stata ampiamente definita al capitolo
dedicato ai danni da vaccino: in questa sezione si tratta di
identificare i possibili meccanismi di monitoraggio e registrazione
dell’incidenza sulla popolazione – a partire dalle comunità
infantili – delle patologie in qualche modo associabili alla
somministrazione dei vaccini e raggruppabili nelle categorie
summenzionate.
Le strutture sanitarie preposte al controllo e alla
registrazione degli eventi legati alle malattie infettive possono e
devono poter registrare con pari zelo e cura tali patologie, affinché
possa essere veramente possibile elaborare in modo scientifico il
cosiddetto bilancio “costo/beneficio delle vaccinazioni.
Finché si useranno due pesi e due misure in questo settore,
qualsiasi dato di bilancio sarà da ritenersi inattendibile perché
incompleto e non rispondente alla realtà: ovviamente in questo
bilancio dovranno essere parimenti inseriti i costi che la comunità
sarà chiamata a sostenere per il sostegno ed il recupero dei
soggetti danneggiati dalle vaccinazioni.
Si vuole sottolineare ancora una volta il carattere peculiare che l’amministrazione scolastica ha nel rivestire un ruolo di primo piano in questo scenario: prendiamo spunto a tale proposito dal documento “Autistic Spectrum Disorders”, 2002, California Department of Developemental Services (www.dds.ca.gov), per indicare una possibile strategia operativa nel seguire i bambini ed i ragazzi nel loro sviluppo scolastico progressivo, individuando in modo scientifico tutte quelle situazioni di crisi che emergono dal loro rendimento, anno per anno.
Si vuole sottolineare ancora una volta il carattere peculiare che l’amministrazione scolastica ha nel rivestire un ruolo di primo piano in questo scenario: prendiamo spunto a tale proposito dal documento “Autistic Spectrum Disorders”, 2002, California Department of Developemental Services (www.dds.ca.gov), per indicare una possibile strategia operativa nel seguire i bambini ed i ragazzi nel loro sviluppo scolastico progressivo, individuando in modo scientifico tutte quelle situazioni di crisi che emergono dal loro rendimento, anno per anno.
La scuola rappresenta un
momento topico per l’espressione delle potenzialità intellettive,
dei comportamenti, dello stato di salute psicofisica e delle capacità
espressive generali della persona umana in divenire: ed è in tale
contesto che possiamo vedere chiaramente l’impatto di determinate
politiche socio sanitarie sulle generazioni presenti e future.
Il documento a cui facciamo riferimento si occupa in particolare
di Autismo: un tempo raro, l’autismo ha raggiunto proporzioni
epidemiche negli Stati Uniti. L’incremento non può essere
attribuito all’evoluzione dei criteri diagnostici, anche se questi
sono diventati attualmente più restrittivi.
L’aumento dei
soggetti affetti da questa grave patologia avrà un enorme effetto
non solo come maggior onere per le strutture scolastiche ma anche
sull’economia nel momento in cui questi bambini saranno degli
adulti.
L’esplosione dei casi di autismo a partire dal 1994 è
stata impressionante: a partire dai 644 nuovi casi, nel giro di 5
anni (1999) il numero dei nuovi casi era salito a 1,944, ovvero 6
nuovi casi al giorno per 7 giorni alla settimana. I nuovi casi
salirono a 2,725 nel 2001 e 3,577 nel 2002, ovvero 10 nuovi casi al
giorno.
L’autismo è diventata l’invalidità predominante in
California per quanto concerne l’accesso ai servizi sanitari.
Secondo il più recente rapporto sull’autismo di questo stato
(marzo 2003), i casi di autismo del tipo I sono aumentati del 97%
negli ultimi quattro anni, in confronto al 16% dei casi di paralisi
cerebrale e del 29% dei casi di ritardo mentale.
Lo stesso andamento è riscontrabile anche negli altri stati ed è stata ben documentata recentemente a Rhode Island, dove proporzionalmente l’incremento annuale dell’autismo è stato sostanzialmente più grande dell’aumento dei disturbi del comportamento e di tutte le inabilità complessivamente.
Lo stesso andamento è riscontrabile anche negli altri stati ed è stata ben documentata recentemente a Rhode Island, dove proporzionalmente l’incremento annuale dell’autismo è stato sostanzialmente più grande dell’aumento dei disturbi del comportamento e di tutte le inabilità complessivamente.
Fino ad oggi, sebbene il CDC (USA)
non conosca le cause dell’autismo e i sintomi neurologici,
endocrini, gastrointestinali e immunitari, appare fermamente
determinato a negare qualsiasi potenziale ruolo del vaccino MPR e dei
conservanti a base di mercurio, senza produrre al suo interno alcuno
studio di carattere clinico. La possibilità che il mercurio possa
colpire il sistema immunitario di alcuni bambini geneticamente
predisposti e far scattare conseguentemente l’autismo a fronte
della loro esposizione al vaccino MPR non è mai stata esclusa in via
definitiva.
Senza dubbio, parlando solo di Autismo, queste sono cifre
impressionanti: non entriamo qui nel merito di altre patologie
altrettanto invalidanti o perlomeno limitanti le potenzialità
cognitive dell’individuo, come l’ADHD (sindrome da deficit
attentivo), la dislessia, la disgrafia e altre patologie collegate a
disturbi del SNC.