IMPORTANTE

Qualunque sia la vostra opinione personale, o le vostre decisioni in merito alla pratica medica della VACCINAZIONE, siete comunque responsabili della scelta che operate, pertanto avete il diritto-dovere di INFORMARVI.



METTENDO IN PRATICA CIÓ CHE HAI IMPARATO VIVRAI IN BUONA SALUTE

Affinché un vaccino sia efficace, è importante che mantenga la composizione antigenica (cioè le proteine e i polisaccaridi) del patogeno corrispondente e che al contempo sia privo di tutte le caratteristiche che gli consentivano di essere patogeno e quindi di rappresentare un rischio per la salute della persona.

VACCINI OMEOPATICI (Prima parte)




 VACCINI OMEOPATICI
Storia e validità
(Prima parte)


Esistono alternative efficaci ai vaccini, e senza i rischi di reazioni avverse delle vaccinazioni “classiche”?

In questo articolo della dottoressa Emma Pistelli, Medico Omeopata, pubblicato sul sito di ASsis, andiamo alla scoperta dell’omeoprofilassi e dei vaccini omeopatici.
L’omeoprofilassi, anche detta profilassi omeopatica, può definirsi come l’impiego di rimedi omeopatici, opportunamente diluiti e dinamizzati, per prevenire la diffusione delle malattie infettive.
Nei libri di medicina, la malattia infettiva è l’insieme di sintomi e lesioni patologiche che si determinano a causa di un agente infettante esterno, virus o batterio, che si è reso capace di penetrare all’interno di un organismo e di moltiplicarsi, provocando alterazioni tali da compromettere lo stato di salute. Le malattie infettive si trasmettono da un individuo malato a un individuo sano, mediante il contagio, cioè un contatto che può essere diretto o mediato da un veicolo, come l’acqua, l’aria o il cibo.
Tuttavia la malattia infettiva non è la conseguenza automatica di ogni esposizione all’agente infettivo, ma dipende anche dalla capacità di difesa e di reazione dell’organismo oggetto del contagio. Nel determinare la malattia entrano in gioco due ordini di fattori, che interagiscono tra loro: la patogenicità e la virulenza dell’agente infettante da una parte e il grado di resistenza dell’individuo ospite. Le specie microbiche o virali, che abbiano sviluppato strategie di adattamento atte a parassitare e a infettare un determinato ospite, sono dette patogene. Ad esempio, il Vibrio cholerae è patogeno per l’uomo mentre altri microrganismi lo sono per altre specie.
All’interno di una specie di microrganismi patogeni, si riconoscono ceppi più o meno virulenti. La virulenza misura la forza di provocare un danno. Per ogni agente infettante si riconoscono vari fattori di virulenza, cioè meccanismi in grado di assicurare loro la penetrazione e la moltiplicazione all’interno dell’organismo. Sono fattori che impediscono ai microrganismi di essere allontanati meccanicamente dalla detersione fisiologica delle mucose e della cute oppure che riducono la fagocitosi dell’ospite, producendo proteine sulla membrana cellulare oppure costruendo un guscio di polisaccaridi. In altri casi secernono enzimi come la coagulasi o la jaluronidasi, che ne permettono la diffusione nei tessuti dell’ospite. Un altro elemento da considerare è che non tutti gli agenti infettanti sono in grado di danneggiare tutti i tessuti, ma manifestano una sorta di tropismo particolare, come accade per lo Streptoccoccus mutans che attacca i denti, ma non danneggia la lingua.

L’altro attore, nella determinazione della malattia, è costituito dalla capacità di difesa dell’ospite, cioè dal suo sistema immunitario. Nel sistema immunitario si riconoscono due componenti: il sistema immunitario innato o non specifico, che costituisce la prima linea di difesa dell’organismo, e il sistema immunitario adattativo o specifico, che rappresenta invece la seconda linea difensiva. In entrambe le componenti intervengono meccanismi di difesa umorali e cellulari. Inoltre, ogni componente interagisce con l’altra.
Per dare un’immagine, potremmo dire che il sistema immunitario aspecifico o innato funziona come i fossati e le mura che proteggono un castello, mentre il sistema immunitario specifico o adattativo agisce in un secondo tempo ed è simile ai soldati che interverranno a difesa del castello, dopo che saranno state violate le mura. L’immagine è ancora più calzante se si pensa che gran parte dell’efficacia di questa componente del sistema immunitario risiede nell’integrità anatomica e fisiologica di cute e mucose.
Quindi il sistema immunitario aspecifico o innato entra in azione molto rapidamente, senza tempi di latenza tra aggressione e risposta. Agisce accumulando cellule immuno-competenti nel sito dell’aggressione, grazie alla produzione di fattori chimici specifici come le citochine; attiva la cascata del complemento che aumenta la permeabilità dell’endotelio dei vasi, attira le cellule dell’infiammazione e neutralizza le cellule morte; elimina le sostanze estranee presenti nei tessuti mediante cellule della serie bianca del sangue; infine stimola l’attivazione del sistema immunitario specifico grazie ad un processo noto come presentazione dell’antigene.

Un limite del sistema immunitario aspecifico o innato è quello che, nonostante intervenga in ogni caso di aggressione, non è in grado di discriminare con cosa viene in contatto, non conserva una memoria specifica dell’agente infettivo e non è potenziato dalla successiva esposizione allo stesso agente. All’opposto, il sistema immunitario specifico o adattativo è antigene-specifico e reagisce solo con il microrganismo con cui è venuto in contatto in passato: ha, verso questo, una sorta di memoria e quindi la capacità di riattivarsi.
Non è mia intenzione approfondire i meccanismi d’azione del sistema immunitario. Semplicemente vorrei far notare la complessità degli interventi che il nostro organismo attua nel difendersi prima ancora di reclutare plasmacellule e anticorpi.
Questa “prima linea” difensiva è fondamentale ma spesso è limitata dall’azione di farmaci che ne deprimono l’azione. Al primo posto ci sono i corticosteroidi, che inibiscono non solo i segni clinici dell’infiammazione, ma indeboliscono l’azione delle tante cellule e molecole predisposte. Anche i vaccini convenzionali, producono uno squilibrio analogo, dato che stimolano oltre misura la componente specifica e deprimono la componente aspecifica o innata. Tornando all’immagine del castello e delle mura, è come se la difesa fosse affidata a truppe scelte, dotate di armi tecnologicamente sofisticate, ma che, distrattamente lasciassero aperto il portone del castello e abbassassero il ponte levatoio.
Altra cosa da ricordare è che l’esposizione agli agenti patogeni dei vaccini è fatta seguendo vie innaturali, sia per l’agente infettante sia per l’organismo che riceve la vaccinazione. La natura aveva previsto altre vie di esposizione, come respiro o ingestione, che sono tranquillamente by-passate, mediante l’inoculazione parenterale, dai vaccini. Seconda parte